mercoledì 6 febbraio 2008

Mario Trimeri - Surma Etiopia



SURMA, NELLA VALLE DEL KIBISH
Tra le "Montagne della Luna", nel sud dell'Etiopia, vive una delle ultime popolazioni ancora integre della Terra. Ai nostri giorni, con l'apertura al mondo esterno di tutte le regioni del Paese, la tribù rischia in breve di perdere la sua singolare identità.Gli uomini decorano il proprio corpo con pitture raffinate come fosse una tela e le donne portano con orgoglio il piattello labiale trapezoidale. Anche Vittorio Bottego nella sua esplorazione verso l'Omo parla di questo popolo "simile ai Mursi".

La caratteristica principale del popolo Surma sono i piattelli labiali trapeziodali che portano le donne nel labbro inferiore e le decorazioni disegnate sui corpi degli uomini. L'usanza del piattello deriva dalla tradizione dei Mursi, un'etnia che vive lungo il fiume Omo e della quale i Surma appartengono come famiglia.La differenza fra loro sta nel tipo di piattello usato: rotondo di terracotta per le donne Mursi e trapezoidale,o detto anche triangolare, di legno e più leggero per le Surma. Questa usanza estremamente originale non è,come si pensava,stata dettata per storpiare il viso delle giovani al tempo degli schiavi ed evitarne il sequestro,bensì per accrescerne la bellezza e quantificarne la dote richiesta per averle in spose. Il taglio del labbro viene fatto a 15/16 anni e comporta anche l'avulsione dei quattro incisivi inferiori perchè il piattello sia stabile sui due denti esterni.Col tempo il foro viene allargato inserendo dei piattelli o dei pezzi di legno di dimensioni crescenti fino a raggiungere la misura desiderata e corrispondente alla dote richiesta.I piattelli più grandi possono raggiungere un diametro di oltre 20 centimetri con un conseguente cordone labiale "stirato" di 60 centimetri circa.Prima di inserire il piattello, il labbro viene bagnato con la saliva e poi massaggiato diverse volte con le dita in modo da ammorbidirlo e renderlo più elastico. Poi il cordone labiale esterno viene inserito nella scanalatura marginale del piattello e questo viene poggiato nella bocca tra lo spazio lasciato dagli incisivi estratti. In presenza degli uomini il piattello viene sempre portato anche se provoca grosse difficoltà nell'espletamento delle funzioni normali quali il parlare,il mangiare ed il bere. Nelle persone anziane la perdita di elasticità della pelle provoca la rottura del labbro e così viene reciso.
Un momento importante e rituale dei Surma è il donga,la lotta con i bastoni che vede due giovani sfidanti scapoli battersi per dimostrare il loro coraggio e la loro forza.I duelli si svolgono dopo il periodo delle piogge,nel nostro inverno, e prima delle sfide i sostenitori dei duellanti li incitano cantando,ululando e danzando.Nel frattempo i giovani vengono vestiti con delle fasce che proteggono le parte più esposte come la testa,il collo,i polsi e le ginocchia.Al via i bastoni volano per colpire l'avversario finchè non cade definitivamente; il vincitore allora viene portato sulle spalle degli amici di fronte alle ragazze che in questo frangente possono scegliere o farsi scegliere in spose. L'occasione del donga prevede sempre diverse sfide e sfidanti; raramente una sola.Chi vince si mette in mostra non solo alle giovani in età di matrimonio, ma alla comunità intera e ne acquista prestigio all'interno.Per chi perde c'è la consolazione di un'altra opportunità futura per riscattarsi.
I Surma,oltre al bastone con la caratteristica punta a forma fallica,hanno addosso sempre delle altre armi.Oltre a coltelli di diversa grandezza,molti sfoggiano dei vecchi fucili e addirittura dei Kalashnikov che gli conferiscono un'aria di importanza.
Gli uomini vivono completamente nudi e solo raramente portano una stoffa sulla spalla.I loro corpi snelli sembrano slanciati verso il cielo tanto sono alti e affusolati; la loro "vestizione" avviene al fiume dove la pelle dapprima viene lavata e poi decorata. Le pitture vengono realizzate con la polvere di gesso mescolata con l'acqua o con argilla e acqua.Su una mano o in una cavità della pietra viene tenuto l'impasto cremoso dove l'artista attinge per dipingere sul suo o sul corpo di un'altro la genialità e la stravaganza di un popolo che ancora oggi possiamo definire primitivo. E così il "vestito" viene tracciato sui corpi che diventano espressione rituale,sui volti per dare peso ad un momento triste o di grande solennità per un incontro con la tribù. Con la punta di un pezzo di canna o di uno stelo imbevuta nell'impasto di gesso i Surma creano dei cerchi o delle linee o dei motivi.E fanno giocare anche le mani impregnate di gesso; lo "tirano" sui corpi dei compagni come un massaggio terapeutico tanto è l'impegno nel lavoro creativo.I bambini guardano con interesse i grandi cercando di copiare un'arte che saranno loro stessi a proseguire. La bellezza fisica,il corpo come centro cosmico con regole tradizionali in cui si esprime l'arte,la temporaneità dell'arte che può essere rinnovata ogni volta e che può essere compresa e spesso incompresa ai nostri occhi esterni.Nel caso specifico, il piattello labiale e le scarificazioni possono apparirci delle deturpazioni fisiche ma per i Surma le donne "completano" così la loro bellezza.
Per questo vengono ammirate e sono oggetto di desiderio da parte degli uomini.









Working in Progress

Nessun commento: